Trionfo di Alessandro

Descrizione Trionfo di Alessandro da Charles Le Brun. Alessandro, in piedi su un carro tirato da due elefanti, fa la sua entrata in Babilonia di cui si vedono i terrazzi e i giardini pensili sullo sfondo. Un corteo di uomini, donne e bambini a piedi con alcuni soldati a cavallo lo accompagna. Questo disegno è la copia conforme di una tela eseguita da Charles Le Brun che rappresenta lo stesso soggetto e oggi conservata al Louvre (I. Baudette 2003).

Notizie Storico-Critiche Charles Le Brun (Parigi, 1619 - Id., 1690)

Charles Le Brun (Parigi, 1619 - 1690), pittore francese, allievo di Simon Vouet, maestro del classicismo, creatore dell'Accademia di Pittura nel 1648, direttore dei Gobelin dal 1663 al 1690 e decoratore della volta della Galleria dei Vetri a Versailles, fu autore di una Storia di Alessandro (Parigi, Louvre). Al servizio di Luigi XIV, Le Brun dipinse la Tenda di Dario (1660-1661, Versailles) (cfr. il disegno 643/DS, Album 5001), che servì di manifesto all'arte accademica, composizione in fregio, sobria e classica, nella quale gli atteggiamenti e le espressioni dei protagonisti illustrano l'azione drammatica. La tenda di Dario fu seguita verso il 1673 da quattro altre pitture ispirate dalle gesta di Alessandro: L'Entrata a Babilonia, Il Passaggio di Granico, La Battaglia di Arbele, Alessandro e Poro; furono abbozzati anche altri soggetti. Le Brun instaurò in Francia uno stile che molto doveva al classicismo di Poussin e al barocco italiano, e che poteva adattarsi alle diverse esigenze della pittura da soffitto, della tappezzeria o del tableau storico. Il suo autoritarismo, che gli fu spesso rimproverato, era una conseguenza intrinseca della sua superiorità artistica. L'incisione contribuì a diffondere la sua opera che, vigorosa più per la bellezza del tratto che per il colore, non ebbe a soffrire troppo di questo processo di trasposizione. Grazie a questa tecnica di riproduzione, l'influenza di Le Brun si estese ben al di la' delle frontiere del suo paese e della sua epoca I. Baudette 2003. .

Vedi scheda cartacea di I. Baudette 2003.