Paliotto

Descrizione Impianto compositivo su due registri inscatolati entro un rettangolo delimitato da una cornice disseminatra di vetri colorati. La mandorla centrale, attorniata dal Tetramorfo, include la Vergine col Figlio in trono; ai lati, su due ordini, si sviluppano dodici scene sotto archeggiature trilobate sostenute da esili colonnine, da sinistra: Annunciazione, Natività, Annuncio ai pastori, presentazione di Gesù al Tempio, i Magi davanti ad Erode, consultazione dei Magi, arrivo dei Magi, adorazione dei Magi, fuga in Egitto, strage degli innocenti, morte della Vergine. Tutte le figure hanno occhi di vetro applicati.

Notizie Storico-Critiche Il paliotto proviene dalla chiesa del monastero catalano di di Sant Cugat del Vallès, dove fu fotografato nel 1893; all'inizio del Novecento passò sul mercato antiquario e attraverso passaggi successivi che ignoriamo pervenne nel 1958 in Museo.

In base alle vecchie fotografie si possono individuare le pesanti integrazioni cui fu sottoposto il rilievo, assegnato da Ainaud de Lasarte (1992) all'epoca della consacrazione dell'altare di Santa Maria nel monastero di Sant Cugat (1275). I caratteri formali della scultura escludono tuttavia una cronologia così tarda, trovando puntuali coincidenze con esempi della scultura catalana tra fine del XII e l’inizio del XIII secolo. La ieratica frontalità della Sedes Sapientiae, il canone raccorciato delle figure e la gestualità semplice si legano infatti a modelli tardoromanici, come i rilievi con l'Infanzia di Cristo del sarcofago di san Ramón nella cripta della cattedrale di Roda Isabéna, databili al 1170. Conferma la cronmologia precoce anche l'invenzione degli archi trilobi ribassati, presenti anche sul rilievo dell'altare del monastero di Ovarra (Barbastro, Museo diocesano), assegnabile alla fine del XII secolo.