La collezione comprende tessuti, merletti, capi e accessori di abbigliamento, passamanerie e manufatti di arredo principalmente di produzione europea, in particolare italiana e francese, ma anche asiatica ed africana. Con quasi quattromila numeri di inventario, è una delle raccolte maggiori in Italia. I tessuti più antichi sono i frammenti copti provenienti dagli scavi di Antinoe, datati al VI-IX secolo, donati al museo nel 1902 da Emile Guimet. I più recenti, abiti e accessori che testimoniano la produzione delle sartorie e dei mestieri della moda a Torino nel XX secolo.
La collezione si è formata a partire dagli anni Ottanta del XIX secolo quando, sotto la guida del direttore Emanuele Tapparelli d’Azeglio, furono condotti acquisti sul mercato antiquario più competente, quali le botteghe di Alessandro Castellani, a Roma, o dei Salvadori, a Firenze. Entrarono allora stoffe tardomedievali e rinascimentali e si formò una preziosa raccolta di tessuti persiani e velluti ottomani. Nel 1887 la collezione del Museo Civico era ormai tale da permettergli di ben figurare alla prima grande mostra nazionale, l'Esposizione di Tessuti e Merletti tenutasi a Roma al Museo Artistico Industriale, dove presentò due vetrine fitte di stoffe del XV-XVI secolo, con 17 velluti su un totale di 28 tessuti. All'Esposizione romana, si distinse anche l’eccezionale vetrina con i tessuti mandati da Genova da Giovanni Battista Villa, da cui due anni dopo, nel 1889, il Museo Civico avrebbe acquistato 130 pezzi. La raccolta di velluti, circa 320 opere, è, a tutt’oggi, una delle più significative della collezione.