Grazie alla collaborazione con il Banco Popolare, Palazzo Madama presenta al pubblico la mostra Rosso Corallo. Arti preziose della Sicilia barocca. Cinquanta opere di varia tipologia (piatti, alzate, vasi, brocche, scatole, capezzali, presepi, stipi medaglieri, calici, ostensori, lampade), databili tra Cinquecento e Settecento, caratterizzate da una sofisticata decorazione che associa l'oro alle incrostazioni in corallo. Opere sontuose, arredi di dimore patrizie e oggetti liturgici che provengono da cattedrali, chiese di importanti ordini religiosi e cappelle private.
La collezione, di proprietà del Banco Popolare, è conservata presso la Banca Popolare di Novara, a Palazzo Bellini. La mostra è realizzata grazie alla disponibilità del Banco Popolare, che ha finanziato il restauro delle opere, e al contributo della Fondazione Banca Popolare di Novara per il Territorio e di Banca Aletti.
Gli oggetti sono stati realizzati nelle botteghe dei maestri corallai, per lo più ebrei, attivi a Trapani e specializzati nella lavorazione del corallo che veniva pescato lungo le coste siciliane sin dall'antichità. La scoperta, all'inizio del Cinquecento, di ricche colonie coralline presso l'isola di Tabarca diede grande impulso alla lavorazione, che passò dalla tornitura di perle e di grani per monili e rosari, alla vera e propria microscultura e alla realizzazione di complesse composizioni artistiche.
Le tecniche di lavorazione variano a seconda del periodo storico: dalla fine del Cinquecento alla metà del Seicento piccoli elementi in corallo, di semplici forme geometriche, sono incastrati dal retro su una lastra di rame dorato, precedentemente traforata, e fissati ad essa con pece, cera e tessuto. Tale tecnica, detta del "retroincastro", è spesso arricchita con smalti ad alveolo nei colori del bianco e blu. Gli elementi in corallo hanno una superficie così lucente e levigata da sembrare una morbida cera che affiori dal traforo del metallo dorato, in un gioco di mimesi polimaterica che esalta la volumetria barocca degli oggetti. Al centro delle superfici decorate compaiono una o più figure che sono interamente scolpite nel corallo seguendo la naturale conformazione del ramo. Verso la fine del Seicento i procedimenti di lavorazione si rinnovano, adottando l'uso del bulino per intagliare il corallo in piccoli rametti, foglie e fiori che sono fissati sulla superficie dell'oggetto mediante fili e perni metallici. Tale tecnica, detta "a cucitura", accosta al corallo altre materie preziose, madreperla, avorio, tartaruga e lapislazzulo, con un effetto di vera e propria incrostazione, sorta di concrezione naturale e artistica insieme.
La tecnica raffinata di lavorazione, il rango aristocratico della committenza e l'uso suntuario e cerimoniale degli oggetti segnalano il carattere aulico di tale produzione, confermato dalla forte carica simbolica legata alla materia stessa. Il corallo è infatti prodotto dalla secrezione di carbonato di calcio di un piccolo polipo che vive sul fondo del mare, a profondità non elevate e in colonie molto numerose. Appartiene quindi al mondo animale, non vegetale né minerale, come si credeva nell'antichità, quando si raccontavano miti suggestivi per spiegarne l'origine e la natura. Raro e prezioso in natura, così ricco di significati simbolici, il corallo era ricercato dai principi per arricchire i propri tesori e wunderkammern, raccolte di meraviglie della natura e dell'arte. Anche nelle collezioni dei Savoia erano presenti alcune opere in corallo, piccole sculture, arredi e monili che sono ricordati negli inventari storici, a volte come doni di principi stranieri. Nella Torre Tesori di Palazzo Madama, al primo piano, sono esposti alcuni oggetti in corallo, in parte provenienti dalle collezioni sabaude, appartenenti alle collezioni del Museo Civico e di Palazzo Reale che li ha concessi in prestito temporaneo. La mostra Rosso Corallo affronta un tema rilevante per lo studio delle arti decorative, nucleo fondante del Museo Civico con collezioni che sono tra le più ricche e significative esistenti in Italia. L'iniziativa mira a valorizzare il patrimonio storico e culturale del territorio, presentando al grande pubblico una raccolta importante e poco conosciuta.
Il progetto dell'esposizione è di Clelia Arnaldi di Balme e di Simonetta Castronovo, curatori rispettivamente delle collezioni di arte barocca e di arti decorativa del Museo, sviluppando una proposta dell'Associazione Europiemonte; il progetto di allestimento si deve all'architetto Ferdinando Fagnola. Il catalogo, edito da Silvana Editoriale, contiene un saggio delle curatrici sulla fortuna del corallo nelle collezioni sabaude, un approfondito contributo della professoressa Maria Concetta Di Natale, dell'Università di Palermo, sulle botteghe dei maestri corallai trapanesi, e un intervento di Anna Maria Bava, della Soprintendenza al Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico del Piemonte, che presenta le novità emerse dall'intervento di restauro e dalle analisi scientifiche con Isabella Villafranca Soissons e Gianluca Poldi del Laboratorio Opencare di Milano. Il catalogo è completato dalla schedatura scientifica delle opere in mostra, ad opera di Laura Marino.
Attività didattica e visite guidate: in occasione della mostra la sezione didattica di Palazzo Madama propone una visita guidata il 24 agosto alle ore 16.30 (su prenotazione allo 011-4429911); il 17 agosto e il 14 settembre sono aperti, sempre su prenotazione, i laboratori per famiglie (età 8-11 anni). Per i possessori dell'Abbonamento Torino Musei è possibile fare delle visite guidate su prenotazione allo 800-329329.
Conferenze di approfondimento Due conferenze per approfondire la conoscenza degli oggetti esposti: nei due appuntamenti verranno affrontati la storia dell'uso di questo materiale dal Medioevo all'Ottocento e le azioni di restauro condotte in occasione della mostra.
18 settembre ore 18.30 Tecniche di lavorazione e utilizzo del corallo per oreficerie profane, gioielli e arredi sacri dal Medioevo all'Ottocento Simonetta Castronovo (Palazzo Madama), Laura Marino (Storico dell’arte) 25 settembre ore 18.30 Il restauro della collezione di coralli del Banco Popolare Anna Maria Bava (Soprintendenza per il Patrimonio storicoartistico, etnoantropologico del Piemonte), Isabella Villafranca Soissons, Gianluca Poldi, Simone Caglio (Open Care Servizi per l’Arte, Milano e Università degli Studi di Bergamo). Le conferenze si terranno a Palazzo Madama in Camera delle Guardie. Su prenotazione tel. 011.4429911 Fuori orario Palazzo Madama apre le sue porte al di fuori del consueto orario per offrire al pubblico la possibilità di vivere un'insolita e suggestiva esperienza di visita al Museo. Oltre all'aperitivo, al buffet e alla cena di gala proposti e già collaudati da tempo, il Caffè Madama propone una novità: una serie di menu speciali che attraverso sapori, forme e colori accompagnano il tema della mostra in corso. Si tratta di un’esperienza che permette di unire la visita alla mostra con il piacere di un piatto sapientemente preparato. Il servizio è riservato ad associazioni e gruppi organizzati, composti da almeno 50 persone fino a un massimo di 80 persone, che potranno usufruire, se lo desiderano, della visita guidata alla mostra. Ma il servizio prevede anche la sola cena a buffet oppure servita al tavolo, e la visita autonoma delle opere esposte in Sala Senato. Per informazioni sulle aperture fuori orario consultare la pagina dedicata. Per avere informazioni specifiche sul menu e sui prezzi si può direttamente contattare il Caffè Madama presso il Neuv Caval ‘d Brôns (Tel. 011.545354). Scaricare il Menu