La Regione Piemonte e la Città di Torino, con la collaborazione della Fondazione Torino Musei, hanno acquistato un'importante testimonianza dell'arte medievale del Duecento, il cofano con medaglioni profani in smalto di Limoges appartenuto al cardinale di Guala Bicchieri (1160-1227), insigne giurista di origine vercellese. L'opera è destinata alle sale del Museo Civico d'Arte Antica di Torino, chiuso al pubblico per lavori di restauro fino al 2006. Con l'esposizione di Palazzo Reale, il cofano viene temporaneamente presentato al pubblico e corredato di un supporto didattico multimediale che illustra vari aspetti dell'importanza storica e artistica di questo prezioso manufatto.
Utilizzato da Guala Bicchieri come forziere e baule da viaggio per documenti, denaro, croci, reliquie, anelli cardinalizi, il cofano venne realizzato verso il 1220-1225 in una delle botteghe orafe di Limoges, specializzate in epoca medievale nella produzione di arredi liturgici e cassette profane decorate da smalti champlevé. I medaglioni che ne decorano la fronte sono in rame dorato lavorato a sbalzo, a traforo e a cesello, e raffigurano animali e draghi ereditati dalla tradizione iconografica romanica. Le formelle poste sui fianchi costituiscono invece una preziosa e raffinata testimonianza del naturalismo gotico del primo Duecento: vi compaiono scene di caccia e di duello e momenti di vita cortese, delineati con un linguaggio attento a descrivere l'aspetto dell'uomo, i suoi gesti, i panneggi, la fisionomia degli animali, in linea con i nuovi orientamenti della scultura delle grandi cattedrali gotiche. La serratura, con due uomini-aquila che si affrontano con clave e scudi bombati entro un viluppo di tralci vegetali, è un autentico capolavoro dell'oreficeria romanico-gotica. La tecnica dello smalto champlevé - che prevede l'uso di polvere di vetro di colori diversi, frantumata e collocata entro alveoli scavati nel rame - raggiunge in quest'opera, specie nelle figure di serpenti alati che costituiscono i battenti della serratura, un vertice di qualità ineguagliato nelle creazioni degli orafi di Limoges degli anni successivi.
Ma la preziosità del cofano è data anche da ragioni squisitamente storiche. Esso apparteneva infatti alla ricca collezione di oreficerie (quasi un centinaio di pezzi) radunata da Guala Bicchieri, fondatore nel 1219 dell'abbazia di Sant'Andrea di Vercelli, cui - per legato testamentario - destinò tutto il suo tesoro e la sua biblioteca. Creato cardinale nel 1205 da papa Innocenzo III, subito inviato in Europa settentrionale come legato papale per importanti missioni politico-diplomatiche, egli intrattenne rapporti con il re di Francia Filippo Augusto, con il re d'Inghilterra Giovanni Senza Terra, con l'imperatore Federico II di Svevia e con gli abati di alcune delle principali comunità monastiche dell'epoca. Alla morte di Giovanni Senza Terra, data la minore età del principe Enrico III, venne designato reggente dell'Inghilterra, e qui visse e combatté per sostenere la causa del futuro re, per due anni, dal 1216 al 1218, giungendo a ratificare la celebre Magna Carta del 1215 per pacificare la nobiltà ribelle.
In Piemonte la sua azione ebbe profonde conseguenze anche sul piano artistico. Il cantiere di Sant'Andrea di Vercelli, dove Guala chiamò a lavorare un architetto nordico e degli scultori francesi, insieme al suo tesoro di oreficerie e libri miniati, trasformò la città, alle soglie del Duecento, in una sorta di capitale gotica in cui anche gli artisti locali ebbero modo e occasione di aggiornarsi sulle grandi novità fiorite tra Francia ed Inghilterra in quegli anni, destinate a modificare profondamente gli indirizzi della cultura figurativa europea.