Per ragioni conservative i disegni e i manoscritti non possono restare esposti alla luce per lunghi periodi. Questo limite - che obbliga il museo a ritirare alcune opere in allestimento - diventa però un’ottima occasione per presentare codici e disegni non ancora mostrati al pubblico, provenienti dai depositi di Palazzo Madama. La riapertura di Palazzo Madama, il 15 Dicembre 2006, ha coinciso con la restituzione al pubblico dei capolavori delle ricche collezioni del Museo Civico d’Arte Antica. Per ragioni conservative, disegni e manoscritti, tra i materiali più fragili e preziosi, non possono restare esposti alla luce per lunghi periodi. Questo limite - che obbliga il museo a ritirare alcune opere in allestimento - , diventa però un’ottima occasione per presentare al pubblico una nuova selezione di opere provenienti dai depositi. Per il lavoro del museo, “Voltapagina” significa anche un impegno costante di studio, di ricerca e di restauro sulle collezioni che per ragioni di spazio e di tutela non possono essere inserite nell’allestimento permanente. A partire dal 3 aprile, e con cadenze regolari, le vetrine della grafica del piano terra e del primo piano ospiteranno nuove opere. Per questo primo appuntamento, al piano terra, dalla Torre Tesori escono le Très Belles Heures de Notre Dame con miniature di Jan van Eyck e il Messale di Francesco Marmitta, ed entrano altri tre preziosi manoscritti quattrocenteschi, tutti miniati in area fiamminga: il Libro d’ore di Simon Marmion e due Libri d’ore della cerchia di Willem Vrelant. Il codice di Marmion, pittore e miniatore al servizio dei duchi di Borgogna, è decorato da raffinate miniature a grisaille; più corsivo, vivace e spiritoso il linguaggio dei due piccoli Libri d’ore di Bruges. In sala Acaia, nella vetrina dei codici, verranno presentate alcune tavolette di soffitto dipinte con soggetti profani (la Genealogia dei Re di Francia e la Danza dei folli) provenienti da palazzi piemontesi e lombardi di fine Quattrocento, mentre in sala grafica proseguirà l'esplorazione del corpus grafico del raffinato pittore Moncalvo, con i disegni della maturità dell'artista. Al primo piano, nelle vetrine di Piccola guardaroba e Gabinetto cinese, saranno presentati i disegni "à la chine" di Christian Wehrlin, pittore attivo a Torino dal 1756 al 1774, caratterizzati dal gusto per l'esotismo e le cineserie tanto diffuso nell'Europa del Settecento.