La quinta edizione di Voltapagina vede l'atteso ritorno, in Torre Tesori al piano terra, delle Heures de Turin-Milan, con miniature parigine della fine del Trecento e di Hubert e Jan Van Eyck (1415). Questa volta saranno visibili, per i primi tre mesi, le miniature più antiche, messe a confronto con un prezioso codice appartenente alle collezioni della Biblioteca Reale di Torino. Il piccolo e raffinato libro di preghiere fu illustrato a Parigi intorno al 1400 da un miniatore francese allievo del celebre Maestro delle Ore del Maresciallo di Boucicaut e nelle scene rappresentate nelle ricche iniziali il pubblico potrà osservare l'evoluzione dello stile "gotico internazionale" nella tecnica della miniatura. In sala Acaia (sempre al piano terra) è allestita una vetrina dedicata agli oggetti del culto dal Medioevo al secolo scorso: una panoramica sugli arredi e le suppellettili ecclesiastiche che racconta l'evoluzione delle forme al mutare dei gusti e dei cambiamenti avvenuti nelle pratiche ecclesiastiche. Sono visibili oggetti oggi quasi scomparsi nella liturgia, e spesso con funzioni dimenticate: le navicelle, la cartagloria, le pissidi... Le didascalie della vetrina ne ricostruiscono la storia e ne illustrano l'antica funzione. A partire da questa occasione e nei prossimi appuntamenti di VoltaPagina, la grande vetrina di sala Acaia sarà utilizzata per affrontare temi legati al quotidiano e alla vita contemporanea, raccontati attraverso le collezioni del museo. La vetrina della sala grafica ospita infine tre disegni in prestito dalla Biblioteca Reale di un grande maestro del Rinascimento piemontese, Bernardino Lanino. Si potrà così seguire idealmente il percorso creativo del pittore, partendo dai disegni per proseguire in sala Acaia, con i dipinti di Lanino e del suo maestro Gaudenzio Ferrari.
Al piano nobile (nella Piccola guardaroba e Gabinetto cinese) viene inoltre presentata una selezione dell'importante e affascinante raccolta di ventagli del museo, di ambito europeo e orientale, del XVIII e XIX secolo.
PIANO TERRACodici parigini, oggetti sacri e disegni di Lanino
in Torre tesori
Per tre mesi, fino a gennaio 2009, il celebre codice delle Heures de Turin-Milan resterà aperto su una delle pagine trecentesche, meno note al pubblico. Esse costituiscono una testimonianza di altissimo livello qualitativo del gusto del duca Jean de Berry, primo committente del manoscritto, e degli esiti del gotico internazionale a Parigi nelle botteghe di corte: paesaggi fiabeschi con animali descritti nei dettagli, figure dalla silhouette magra e affusolata, panneggi con pieghe sinuose e colori pastello. Nell' Officio della Vergine della Biblioteca Reale di Torino - attribuibile ad un miniatore francese della cerchia del Maestro delle Ore del Maresciallo di Boucicaut - non sono mutati i caratteri dei panneggi, lo stile grafico delle figure, le bordure arcaiche a vignettes; tuttavia la tendenza degli artisti è verso una maggiore naturalezza, nella raffigurazione di cieli stellati o dorati al tramonto (invece dei fondi a ornato geometrico dei codici della generazione precedente), e nella presentazione dei personaggi entro architetture tridimensionali e italianeggianti.
in Sala Acaia Gli oggetti del sacro: celebrare, conservare, rito e culto
Fino al IV secolo i riti cristiani orientali e occidentali ebbero una liturgia comune. È solo dopo il VI-VII secolo che i riti liturgici assunsero modalità diverse. Attualmente, in occidente, vigono il rito romano e il rito ambrosiano. L'altare è il polo principale intorno a cui ruota la liturgia, e gli oggetti che vi trovano posto sono legati alla celebrazione del sacrificio di Cristo. L'altare è il polo intorno a cui ruota la liturgia. Nella vetrina sono esposti in successione: gli arredi per la celebrazione della messa e quelli dedicati alla conservazione dell'ostia (tabernacolo e pisside); arredi d'uso con funzioni specifiche, come l'incensazione e l'elemosina; infine le oreficerie legate al culto e alla venerazione di Cristo e dei santi (reliquiari e ostensori), oggetti che solitamente sono conservati in sacrestia (armadi delle reliquie) o nelle cappelle. Le opere coprono un arco cronologico che va dal 1200 fino al secolo scorso, per documentare i cambiamenti nelle pratiche religiose e l'adattamento delle forme al mutare dei gusti.
in Sala GraficaTre disegni di Bernardino Lanino
La pittura vercellese del Rinascimento è stata da tempo individuata come un caso significativo per spiegare come, nelle botteghe del periodo, si utilizzasse il disegno per trasmettere e condividere un patrimonio di idee e di soluzioni figurative. Disegni e cartoni permettono di seguire molto bene queste dinamiche: le proposte moderne e affascinanti di Gaudenzio Ferrari, maestro valsesiano di straordinaria qualità, venivano accolte, sfruttate e rielaborate per generazioni presso le botteghe vercellesi con cui egli si trovò a collaborare. Da questo contesto emerge Bernardino Lanino, ben presto con una autonoma capacità di guardare anche ai modelli di Leonardo. I tre disegni, appartenenti alla ricchissima collezione della Biblioteca Reale di Torino, illustrano il suo percorso dagli anni Quaranta ai Settanta del Cinquecento.
PRIMO PIANOnella Piccola Guardaroba e Gabinetto Cinese
Le vetrine del piano nobile ospitano uno dei protagonisti della storia del costume: il ventaglio. La collezione di ventagli del Museo Civico d'Arte Antica comprende circa novanta esemplari acquisiti grazie a lasciti importanti, come quello di Ettore Mentore Pozzi del 1931 (48 pezzi) e delle sorelle Adele ed Eleonora Govone del 1948 (14 pezzi). La raccolta è costituita in gran parte da ventagli pieghevoli di ambito europeo ed orientale, realizzati tra il XVIII e il XIX secolo utilizzando tecniche e materiali diversi. Dipinti a tempera su carta, pergamena o seta, intagliati in tartaruga o avorio, realizzati in merletto o tulle e impreziositi da paillettes e lustrini, i ventagli sono montati su stecche d'avorio, madreperla, legno, tartaruga, osso e metallo. I soggetti rappresentati spaziano dai temi mitologici e biblici più aulici alle scene galanti, ai paesaggi campestri e alle cineserie, in linea con la produzione pittorica settecentesca.Segnaliamo tre ventagli di particolare interesse. Il primo, realizzato in ambito piemontese appena dopo il 1740, presenta, dipinti sulla doppia pagina, gli interni del Teatro Regio e del Teatro Carignano di Torino, con l'indicazione di tutti i proprietari dei palchi. Il secondo ventaglio, in pergamena, raffigura da un lato l'episodio di Ercole al bivio tra il Vizio e la Virtù, e dall'altro un paesaggio con rovine e antichità. L'autore di questo ventaglio è da ricercarsi nell'ambiente culturale romano tardo seicentesco di stampo classicista, che ruota intorno alla figura di Carlo Maratta. Nella prima metà del Settecento i dipinti del maestro vengono copiati da incisori e miniatori italiani e stranieri e spesso riprodotti anche su preziosi oggetti di arte decorativa come i ventagli. E' il caso della famiglia dei Werner, che si cimentano anche nella produzione di ventagli. Alla loro attività romana si lega il terzo ventaglio, firmato da Joan Werner e datato 1731.