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  • Evento
  • 26 Ottobre 2010 - 31 Dicembre 2010
Nel centenario della morte, il museo dedica un percorso di visita a Vittorio Avondo: pittore, collezionista, antiquario, conoscitore e - per vent'anni - direttore dei musei civici, dal 1890 alla morte.
Avviatosi giovanissimo alla pittura, a partire dagli anni '60 egli fu riconosciuto a livello torinese e nazionale come un competente esperto di cose artistiche, ebbe un ruolo decisivo nella formazione delle collezioni civiche e fece parte del gruppo di studiosi che si adoperò alla realizzazione della Rocca e del Borgo Medievale. A coronamento di questo percorso, succedette nella carica di direttore al marchese Emanuele Tapparelli d'Azeglio, straordinario collezionista di respiro internazionale.
Sulla linea tracciata dal suo predecessore, Avondo mantenne il museo orientato alla raccolta di un ampio spettro di oggetti: dal mobilio ai vetri, dai ferri alle ceramiche, dagli strumenti musicali alle armature, con una attenzione minore a pittura e scultura.

In Sala Acaia, nella grande vetrina che affaccia sulla corte medievale, sono disposti oggetti di arte applicata entrati in museo o come acquisti durante la sua direzione o per legato testamentario nel 1911. Si tratta di oreficerie, bronzi, ferri, armi, armature e tessuti dal XV al XVI secolo, opere che sottolineano gli interessi collezionistici di Avondo e richiamano il carattere delle sue raccolte nel castello di Issogne in Valle d'Aosta, acquistato nel 1872, restaurato e "arredato" con mobili, suppellettili e oggetti d'uso quotidiano di area alpina, soprattutto di stile gotico. Nella stessa sala trovano spazio due importanti oggetti entrati nelle collezioni del Museo proprio grazie al legato testamentario del direttore Avondo, e normalmente non esposti. Si tratta del frammento di un dipinto di Gaudenzio Ferrari, raffigurante un Angelo, e il Cassone con stemma della famiglia Challant, proveniente dal Priorato di Sant'Orso di Aosta e transitato dal castello di Issogne.
Nelle vetrine della Sala Grafica sono presentati documenti, anche di carattere personale, che fanno riferimento alla formazione, ai viaggi, alle relazioni e ai ruoli istituzionali rivestiti da Avondo, chiarendo dunque il suo elevato profilo e il prestigio che lo accompagnò anche nella sua veste di direttore.

Al piano nobile, nelle vetrine della Piccola Guardaroba e del Gabinetto Cinese, sono allestiti alcuni disegni di Avondo provenienti dalle raccolte della Galleria d'Arte Moderna e diverse tavole pubblicate nel 1905 (Cento tavole riproducenti circa 700 oggetti pubblicate per cura della Direzione del Museo), un prodotto editoriale impegnativo e lussuoso la cui realizzazione fu stabilita fin dal 1898 e affidata a Edoardo di Sambuy.